La senescenza cellulare, descritta negli anni 60 del 1900 da Leonard Hayflick e Paul Moorhead, è caratterizzata dalla presenza nei tessuti dell’organismo di cellule che non sono più in grado di dividersi ed essere eliminate dal sistema immunitario. Le cellule senescenti resistono all’apoptosi e producono un «secretoma» bioattivo denominato SASP (Senescence Associated Secretory Phenotype) che è un fenotipo secretorio proinfiammatorio. Esse sono molto attive metabolicamente e producono specie reattive dell’ossigeno (ROS), interleuchine e citochine infiammatorie con attività autocrina e paracrina.
La senescenza cellulare riveste un ruolo complesso che dipende dall’età dell’organismo
in un organismo giovane ha azione benefica essendo essenziale per lo sviluppo embrionale, (le cellule senescenti vengono eliminate dalle cellule immunitarie ai fini del modellamento del corpo), la rigenerazione dei tessuti e come barriera contro il cancro non essendo in grado di proliferare.
in un organismo vecchio, al contrario, il numero di cellule senescenti aumenta e ciò è dovuto anche ad una minore attività del sistema immunitario. Come del SASP si realizza uno stato infiammatorio cronico di basso grado ed una secrezione elevata di fattori pro-infiammatori e pro-ossidanti da parte delle cellule senescenti che rappresentano la causa principale degli effetti dannosi. Le modificazioni biochimiche che si verificano durante l’invecchiamento e l’attivazione dell’inflammasoma NLRP3 contribuiscono all’infiammazione cronica (Inflammaging) (Gritsenko et al., 2020). Nei tumori SASP è causa dei cambiamenti del microambiente tumorale che favoriscono la progressione neoplastica.
Nei modelli animali l’eliminazione di cellule senescenti ha dimostrato effetti benefici in termini di longevità e salute. Numerose molecole hanno la capacità di stimolare vie di segnale specifiche all’interno delle cellule senescenti tanto da spingerle verso l’apoptosi (attività senolitica). Fra i fitochimici risultano la quercetina, la fisetina ed analoghi del curcumin (EF24). Tali composti sono definiti molecole senolitiche. Alcune sostanze (fisetina) hanno anche attività senomorfica: riducono cioè il rilascio di molecole infiammatorie da parte delle cellule senescenti.